Chiesa
di San Benedetto
Le origini della chiesa abbaziale di S.Benedetto risalgono al 1244, quando Silvestro Guzzolini, nobile osimano da pochi anni ritiratosi a vita eremitica, fece costruire una cappella all’interno della città per avvicinare la sua ormai numerosa comunità ai fedeli fabrianesi.
Il terreno fu messo a disposizione dal Comune in località detta “Castellare”. La prima pietra dell'originario oratorio, venne posta dall'abate di Sant'Angelo "infra ostia" il 3 maggio 1287 e fu dedicato ai santi Filippo e Giacomo nel giorno della loro ricorrenza.
Rinnovato e ampliato nel 1290 l’edificio fu riconsacrato a S.Benedetto da Norcia, divenendo finalmente sede stabile di alcuni monaci; nel 1323 il vescovo di Camerino concesse lo stato giuridico di parrocchia e probabilmente, allo stesso tempo, il diritto ad un proprio fonte battesimale.
Di questa antica costruzione sono visibili oggi esternamente alcune porzioni del portale in pietra, che vennero riutilizzate come muratura alla fine del XVI secolo quando si decise di rinnovare l’edificio di culto secondo i nuovi gusti prebarocchi; l’opera fu compiuta in pochi anni e nel 1605 venne celebrata la prima messa dal Cardinal Del Bufalo. L'annesso monastero ospitava la sede dell'abate generale della Congregazione Silvestrina.
Nei decenni che seguirono furono realizzate quelle opere che ancora oggi rendono S.Benedetto molto apprezzata all’occhio del visitatore: si decorarono i pilastri della navata, noti artisti dipinsero le tele e gli affreschi degli altari laterali e grazie anche a famiglie nobili, corporazioni e compagnie religiose il tempio venne riccamente ornato.
La chiesa, ad unica navata su cui si aprono dieci cappelle a pianta quadrata, ricoperta da una volta movimentata da piccole vele ed illuminata da alte finestre, si presenta armonica nelle sue decorazioni ed ospita un congruo numero di opere d’arte di notevolissimo livello ascrivibili ad artisti quali Gentileschi, Rossi, De Magistris, Vanni, Domiziani ed altri ancora.
Interessante è la cripta (1586) dove si conservano le reliquie del Beato Giovanni Bottegoni, uno dei primi discepoli di Silvestro, ed un vigoroso altorilievo in pietra del XIV secolo che lo raffigura.
Degno di nota è anche il coro ligneo del XV secolo, che in origine era collocato nella Cattedrale di S.Venanzio e nel quale furono uccisi i Chiavelli, signori di Fabriano; sopra di esso un ciclo di importanti affreschi del De Magistris raffigurano la "Vita di San Silvestro".
Altri interventi risalgono al XVIII secolo quando venne ricostruita la volta in seguito al rovinoso terremoto del 1741 e agli anni '60 del XX secolo quando fu posto in opera il pavimento in marmi colorati.
A seguito del terremoto del 1997 che ha colpito le Marche e l'Umbria è stata integralmente ricostruita la copertura e sono stati eseguiti vari e consistenti lavori di consolidamento e adeguamento sismico.
La chiesa rimane tuttora officiata dai Monaci Silvestrini, mentre il monastero è stato soppresso nel 1861 in seguito all'unità d'Italia.
Il territorio della parrocchia è stato unito nel 2003 a quello della vicina Cattedrale San Venanzio.
|
L'interno della chiesa
O.Gentileschi, San Carlo Borromeo in preghiera
Esterno, resti del portale (fine XIII sec.)
S.De Magistris, Vita di San Silvestro
Coro in cui avvenne l'eccidio dei Chiavelli (XV sec.)
|