La figura di
Allegretto di Nuzio
di
Fabio Marcelli
E’ con Allegretto
di Nuzio, artista nato a Fabriano intorno al 1315 circa e morto
nel 1373 che la scuola pittorica fabrianese (che già vantava
personalità di notevole importanza come il Maestro di
Sant’Emiliano o il Maestro di Campodonico) trova la sua
consacrazione più alta non solo nel comprensorio cittadino ma
anche in tutto il territorio umbro e marchigiano.
Allegretto di
Nuzio, artista di straordinario magistero, è l’interprete e il
cantore di una realtà cittadina di grande vitalità quale era
Fabriano durante il XIV secolo. Una città di mercanti operosi
sull’intero territorio nazionale, di prolifici artigiani della
carta, dei pannilana e del ferro, che garantirono durante la prima
metà del Trecento un notevole sviluppo urbanistico e demografico
della città di Fabriano, al quale Allegretto di Nuzio partecipò
come vedremo decorando tutte le più importanti chiese cittadine. |
Allegretto di Nuzio, Cappella di San Lorenzo
Fabriano, Cattedrale di San Venanzio |
Allegretto molto probabilmente si formò guardando dapprima all’arte di
Giotto, della quale il Maestro di Campodonico fu uno degli interpreti
più geniali e ispirati.
Una prova
della collaborazione e, forse, dell’alunnato di Allegretto di Nuzio
presso la bottega del Maestro di Campodonico la troviamo, non a caso,
nella chiesa fabrianese di Santa Maria Maddalena dove accanto alla
Crocifissione e alla Annunciazione realizzate nel 1336 dal
Maestro, troviamo una figura di San Giovanni evangelista che
Fabio Marcelli ha identificato come la prima opera oggi conosciuta di
Allegretto di Nuzio.
Dopo l’iniziale
formazione fabrianese, Allegretto dovette recarsi dapprima a Siena e
poi a Firenze, dove lo troviamo documentato nel 1346. Allegretto in
queste due capitali del gotico italiano, maturò l’iniziale formazione
giottesca arricchendo il suo linguaggio con l’elegante gusto
decorativo del senese Ambrogio Lorenzetti e le morbide tonalità
cromatiche del caposcuola fiorentino Bernardo Daddi. Un trionfo di
preziose decorazioni punzonate sull’oro, che ornano personaggi
plasticamente ben modellati, abbigliati con sete e lampassi finemente
decorati. Un mondo di consapevole e raffinata eleganza quello
raccontato da Allegretto in queste e in tutte le sue numerose opere
successiva, nel quale il pittore fabrianese guarda con estrema
attenzione, come abbiamo visto, alla ricca produzione tessile toscana
proponendo con precisione filologica i motivi decorativi.
Allegretto oltre ad
essere un artista apprezzato e conteso dalla committenza, fu un uomo
molto attivo nelle istituzioni assistenziali della città, impegnandosi
a rivestire cariche molto importanti nell’amministrazione della
confraternita di Santa Maria del Mercato, che a Fabriano gestiva tre
ospedali e varie opere caritatevoli.
In quest’ottica è
illuminante il testamento che Allegretto sottoscrive nel 1373, poiché
il pittore fu molto prodigo nel donare lasciti a quasi tutte le chiese
fabrianesi: mostrando quella liberalità propria di un agiato, amato e
rispettato signore che in punto di morte ricompensa la sua città
natale degli onori e delle soddisfazioni personali e professionali
ricevute in vita.
D’altronde quando, tra
gli anni Cinquanta e Settanta del Trecento, Fabriano vive una stagione
di intenso sviluppo urbanistico restaurando, ampliando e ricostruendo
molti fra i suoi monumenti più imporanti come le chiese di San
Venanzio, santa Lucia novella, san Francesco, san Biagio e molte
altre, Allegretto e la sua ben organizzata bottega furono chiamati a
decorarle donandoci quei capolavori che ancora oggi possiamo in parte
ammirare nella nostra città.
In particolare, negli
affreschi che decorano la cappella di Sant’Orsola nella chiesa di
Santa Lucia, troviamo la testimonianza delle devozioni della comunità
artigianale e mercantile fabrianese, così come nel trionfo delle
immagini iconiche dipinte da Allegretto sul fondo oro, troviamo la
celebrazione più alta e palese di una società, com’era quella
Fabrianese del Trecento, molto prospera.
In tale ottica è
affascinante il saggio scritto da Francesca Nucera, che guida il
lettore passo dopo passo, a scoprire la tecnica di Allegretto di
Nuzio; i magistrali segreti utilizzati dal pittore per far splendere e
durare nel tempo quei capolavori che oggi ammiriamo pressoché intatti.
Allegretto, come
possiamo appurare leggendo il saggio della Nucera, fu un eccellente
capobottega, capace di organizzare al meglio il lavoro dei suoi
collaboratori, per meglio realizzare le numerose opere su tavola e ad
affresco che lo videro impegnato, anche in altre città come Matelica,
Rovereto di Saltara nel Montefeltro, Perugia ed altre.
In particolare
conosciamo oggi meglio anche un aspetto meno noto della sua attività,
ovvero la produzione di sculture lignee.
I visitatori della
Pinacoteca civica di Bruno Molajoli, conoscono molto bene il gruppo di
statue lignee realizzate raffiguranti l’Adorazione dei Magi,
così come le statue di San Giacomo e di San Nicola da Bari,
quest’ultimo recentemente restaurato grazie al contributo della
Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana S.p.A. Queste
statue, molto probabilmente furono scolpite dal monaco olivetano
Giovanni di Bartolomeo e poi decorate magistralmente nella bottega di
Allegretto di Nuzio.
Accanto a queste ultime
da Fabriano, proviene una statua della Madonna col Bambino oggi
in collezione privata, che presenta affinità di straordinario valore
con le opere di Allegretto di Nuzio, i confronti dettagliati presenti
nel libro consentono di attribuire direttamente alla mano di
Allegretto la realizzazione di questa statua. In particolare la
decorazione della statua, realizzata con grande dispendio di foglie
d’oro con decorate con punzoni, presenta gli stessi motivi geometrici,
animali e vegetali che Allegretto utilizzò nelle sue opere, mutuandoli
dalla tradizione figurativa islamica.
Scopriamo così una
delle opere più preziose dell’arte di Allegretto di Nuzio, uno fra i
capolavori più importanti della scultura lignea italiana del Trecento.
Fabriano, infatti, ai
tempi di Allegretto di Nuzio fu una capitale indiscussa dell’arte in
Italia centrale e altri capolavori fino ad oggi inediti, come il
Crocifisso ligneo della Cattedrale di San Venanzio, o le altre
statue lignee che vediamo pubblicate nella monografia
"Allegretto di Nuzio
pittore fabrianese" stanno
a dimostrarlo.
Dal Comunicato Stampa di presentazione del volume
"Allegretto di Nuzio pittore fabrianese"
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