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Lo stemma dell'Arte dei Fabbri

 

 di Aldo Pesetti

 

Nella facciata del palazzo Raccamadoro-Ramelli di Fabriano, lungo la salita che conduce alla chiesa di Sant'Agostino si trova un’interessante bassorilievo. Quasi certamente siamo in presenza di un segno identificativo di un fabbro medievale, diremmo oggi un "marchio" o meglio, in questo caso, un’ “insegna”, in quanto probabilmente esso si trovava esposto al di fuori della sua bottega. Di norma tali segni, spesso monogrammi composti da più lettere sovrapposte, erano inscritti in un cerchio con una croce sopra, ne abbiamo alcuni esempi: nel pozzo di una casa in via Gentile, sulla porta del castello di Collamato e nel poittico Quartesi di Gentile da Fabriano in cui si vede anche come venivano esposti negli spazi pubblici.
Un’altro esempio analogo è quello che si trova in un’antico fondaco in vicolo Fogliardi, questa volta appartenuto ad un mercante dell'arte della lana, che raffigura l’”agnus dei”, simbolo dell’arte stessa, e che curiosamente anch’esso pare avere una “m” gotica incisa in corrispondenza delle zampe dell’animale.
Tornando ai fabbri c'erano per certo a Fabriano 38 fabbrerie ed erano tutte dal 1290 e fino almeno al ‘500 dislocate in un lungo portico tra l’attuale mercato coperto e l’incrocio in fondo al corso della Repubblica, dunque lo stemma di via Ramelli sarebbe "fuori luogo", si può perciò ipotizzare un posizionamento postumo, magari avvenuto post dismissione di una bottega e posizionato nel palazzo. Ipotesi non così azzardata se pensiamo che il Ramelli che abitava in quel palazzo nell'800 fu un grande raccoglitore di memorie storiche della città e del territorio.
Non sappiamo se di per se questa incudine costituisse lo stemma della corporazione dei Fabbri a Fabriano, ma se ne ritrova anche una, quasi identica, incisa questa volta in un mattone tra i vicoli del borgo nell’attuale via Fratti, non lontano da piazza del Mercato, luogo in cui erano gli opifici. Forse l’incudine, come ad esempio si vede in una miniatura dello statuto dell'Arte dei Fabbri di Bologna, veniva rappresentata accompagnata dalle famose "chiappe" (dal verbo “chiappare”), cioè le "tenaglie a massello" con cui i fabbri tenevano fermo il ferro che veniva modellato, nonché dal pesante martello usato nella lavorazione.
Ad ogni modo è certo che questo iconico simbolo fu poi usato a più riprese anche nei secoli successivi ad identificare in senso più “esteso” la stessa città di Fabriano: lo ritroviamo ad esempio ancora, vicino a noi, nei primi decenni del ‘900 issato sul palazzo comunale, quando il principe Umberto venne in visita alla città, o, più indietro nel tempo, riprodotto nella moneta che fu coniata a Fabriano tra il '400 e il '500.
Il privilegio di battere moneta fu concesso dal papa ed è forse da ricondurre ai benefici e favori attribuiti alla nostra Terra per aver ospitato la corte di Nicolò V. La moneta è così descritta dal Sassi: “presenta sul dritto una croce nel mezzo ed attorno la scritta S.Jovannes, impressa nel rovescio l’incudine con sopra il martello che è l’arma della nostra città e scritto in giro de Fabriano”. Sembra che la Zecca fosse ubicata anch’essa nella piazza del Mercato, presso il ponte dell'Aèra, oggi visibile unicamente dal letto del fiume. Con i suoi quattro fornici, sarebbe quello raffigurato sullo stemma della città e, nella sua forma quattrocentesca, mirabile opera di ingegneria idraulica dell’architetto Bernardo Rossellino commissionata dallo stesso pontefice Nicolò V.
Il nome stesso del ponte deriverebbe tra l’altro da "aes-aeris" termine con cui gli antichi romani identificavano il conio e le monete, fatto che può far ipotizzare qui un preesistente luogo atto a tale specifica attività, oppure alla presenza in loco di un punto di riscossione di pedaggio, assai frequente nei tempi antichi, essendo un luogo di passaggio tra due zone di differente influenza (Attidium-Sentinum).

Marchio di bottega di fabbro

in via Ramelli (XV sec.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stemma dell'Arte dei Fabbri

di Bologna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moneta della zecca fabrianese

(XV secolo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stemma di Fabriano

(Ponte dell'Aèra)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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