Home > XIX secolo > Linee private

fabrianostorica@libero.it


Impianti ferroviari fabrianesi. Linee private.

 

 di Sandro Papa

 

 

Con la presente si ritiene opportuno approfondire le specificità di due linee che , pur interessando Fabriano , erano gestite da privati .

 

Tale linee , erano le seguenti :

 

·        linea a scartamento ridotto Fossato di Vico - Gubbio - Umbertide - San Sepolcro – Arezzo, messa in esercizio nel 1886

·       linea a scartamento ridotto ed a trazione  elettrica Castelraimondo - Camerino .messa in esercizio nel 1905 .

 


Tali linee rispondevano ad esigenze molto diverse .

 

La prima , di circa 134 km di lunghezza , serviva a mettere in collegamento Arezzo con la medio – alta Val Tiberina e , per il tramite di Umbertine con Gubbio e l’alto Chiascio , per poi attestarsi sull’Ancona – Roma , in corrispondenza della stazione di Fossato di Vico .

 

 

 

Era quindi una linea di collegamento interregionale , che serviva un buon bacino d’utenza , e che poteva contare , per quel che riguarda le merci , su un traffico di lignite dalla stazione di Branca sino a quella di Fossato di Vico .

 

Qui i convogli della FAC affiancavano quelli delle Fs , ed il carico veniva trasbordato da vagone a vagone mediante paleggio .

 

Stazione di Branca – Treno in sosta

 

Stazione di Gubbio – Automotrice in arrivo

 

Stazione di Gubbio – Treno merci in manovra

 

 

Il materiale motore di tale linea era costituito da :

 

·        12 locotender a 3 assi – come quella in manovra a Gubbio –

·        2 locomotive Mallet , con rodiggio  0 –2 –2 – 0 , per treni pesanti

·        2 automotrici - come quella in arrivo a Gubbio - .

 
Fu l’esercito tedesco nel 1944 ad inutilizzare materiale rotabile ed impianti della linea , che pure non aveva alcuna particolare valenza strategica .

 

Molto diversa era la funzione della linea Castelraimondo  - Camerino , il cui unico fine era quello di porre termine all’isolamento di Camerino , unica sede universitaria marchigiana non servita da una linea ferroviaria .

 

Per ovviare a tale inconveniente si provvide a costituire un consorzio che progettasse , costruisse e gestisse una linea attestata alla stazione di Castelraimondo , da cui sarebbe stato possibile accedere a tutte le linee nazionali .

 

 

La soluzione adottata fu , per l’epoca , molto avanzata , consistendo in una linea a scartamento ridotto di circa 15 km di lunghezza , a trazione elettrica in sede propria , sino all’ingresso nella città di Camerino .

 

Tale ingresso , per circa 1.500 metri , avveniva su una tratta con forti pendenze , sino al 60 – 70/1.000 , raggiungendo in tal modo la chiesa – deposito di San Domenico , in pieno centro cittadino..

 

La chiesa – deposito di San Domenico – Notare la vettura in partenza

 

 

L’esercizio della linea in esame era naturalmente condizionato dalle pendenze che il tracciato incontrava in zona urbana , ed a tal fine si provvide a motorizzare tutto il materiale , anche quello destinato al trasporto merci .

 

La ferrovia venne così a disporre di :

 

·       4 motrici per trasporto viaggiatori

 

·       2 motrici chiuse per carichi generali

·       1 motrice ad alte sponde per carichi sfusi .

 

Tale dotazione risultò comunque in eccesso al fabbisogno , per cui in realtà , risultò sempre sufficiente una delle 2 motrici chiuse per carichi generali .

 

Per quel che riguarda i traffici viaggiatori , il loro livello fu buono fintantoché nella zona non furono attivate corse automobilistiche concorrenti della SAUM .

 

La ferrovia non poteva competere con i minori costi e la maggior penetrabilità dell’autocorriera .

 

Iniziò cosi una lunga crisi ,che trovò il suo naturale epilogo nel 1956 , con la chiusura all’esercizio della linea ,ormai afflitta da un insanabile deficit d’esercizio .

 

Genova , 8/7/2004 , ore 12,20

 


- © 2004 Fabriano Storica ® -