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Padre Don Emiliano da Fabriano

Eremita Camaldolese di Montecorona, morto in fama di santità

 

di Euro Puletti

 

 

VERA EFFIGIES PATRIS DOMINI AEMILIANI FABRIANESIS EREMITAE CAMALDULENSIS MONTIS CORONAE, QUI POST EXACTOS ANNOS XXIV INDUTIONIS IN SUAE CELLAE ANGUSTIIS PER SUMMAS ANIMI CORPORISQUE ASPERITATES, VIRTUTIBUS PRAECLARISSIMIS ORNATUS, SIBI SEMPER CONSTAS DEO HOMINIBUSQUE CHARUS OBDORMIVIT IN OSCULO DOM. XVII KAL. FEB. 1779. AETATIS 78. RELIGIONIS 54. P. D.

 

APOLLONIS CAMAL. DEL.    R. FAUCCI SCUL.

 

 

Padre Don Emiliano, eremita camaldolese di Montecorona, come apprendiamo dalla lettura de La vita del Padre Don Emiliano (Perugia, 1792), di Filippo Saraceni, nacque, a Fabriano, il 23 novembre 1701, da Antonio Piergentili, umile tessitore di lana, e Maria Antonia Maffoli. Al fonte battesimale, ricevette il nome di Annibale. La sua fanciullezza lo rivelò vivacissimo ed intelligente, ragion per cui i genitori pensarono bene di avviarlo agli studi, che, egli, iniziò nelle pubbliche scuole, rette, allora, dai Gesuiti. Annibale, tuttavia, si accorse, ben presto, che, per i genitori, i suoi studi rappresentavano un gravoso sacrificio, per cui, egli, si risolse ad entrare, come chierico (“clericus stipendiarius”), nella cattedrale di San Venanzo, alfine di mantenersi da se medesimo. Pressappoco in questo stesso periodo, Annibale divenne anche precettore della famiglia Ronca. Nel 1725, Annibale decise di entrare nella Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Montecorona, e, pertanto, ascese all’eremo di Montecorona, presso Umbertide (PG), dove, a riceverlo, trovò il Priore, Don Stefano Adami, che, però, non lo volle ammettere. Dopo pochi mesi, tuttavia, si ripresentò, di bel nuovo, alla casa madre della Congregazione, e vi fu accettato. Trascorso il periodo di prova, fu invitato a rivestire l’abito, e mutò il proprio nome in quello di Emiliano. Compiuti gli studi, nel 1728, ricevette la tonsura, nel 1729 il Suddiaconato, e, nel 1730, fu nominato Diacono. Nel dicembre dello stesso anno, infine, fu ordinato Sacerdote. “Per avvezzarsi al rinchiudimento”, fece eremitaggio, per alcun tempo, all’Eremo montecoronese delle Grotte, non lungi da Cupramontana. Nel 1734, destinato, come cellerario, all’Eremo di Monte Cucco, vi permase per lo spazio di pochi mesi, quindi tornò a Montecorona, da dove fu inviato a Frascati. Nel 1742, fu nominato Priore della Badia di San Salvatore di Montecorona, e, poi, Priore dell’Eremo di Monte Conero. Nel 1745, ricevette l’incarico di dirigere, in qualità di Superiore, il Sacro Eremo Tuscolano di Frascati (attuale casa madre della Congregazione), luogo nel quale riportò l’ordine e la disciplina. Nel 1749, fu nuovamente a Montecorona, senza, tuttavia, rivestire alcun incarico di rilievo, e, nel 1753, fu, di nuovo, investito della carica monastica di Priore dell’Eremo del Monte Conero, ma, ammalatosi nel frattempo, fu consigliato a tornare nella sua terra d’origine, Fabriano, per esservi curato. Verso la fine del 1755, abbastanza ristabilito, fece ritorno a Montecorona, dove chiese di poter volontariamente recludersi in una cella: desiderio che gli fu esaudito nel febbraio del 1756. La sua salute, tuttavia, cedeva, periodicamente, ma inesorabilmente, al riacutizzarsi della malattia, finché, nel 1779, quando, già da tre anni, il suo stato clinico si era notevolmente aggravato, fece una brutta caduta, rimanendo, per di più, esposto al freddo per lungo tempo, incidente, questo, che lo costrinse, poi, a restare a letto. Non si rialzerà mai più, Padre Don Emiliano, e, il 16 gennaio, spirerà, famoso per le proprie virtù (“virtutibus clarus”), all’età di 77 anni, 54 dei quali trascorsi santamente in religione, e 24 come recluso volontario. Di Padre Emiliano si conserva un bel ritratto pittorico, realizzato a mo’ di medaglione, oggi custodito all’interno dell’Eremo di San Girolamo di Monte Cucco, ed un’incisione (restaurata e ristampata da Roberto Stelluti di Fabriano), presente all’Eremo di Frascati, che riproduce, con tutta evidenza, il citato dipinto. Nella cattedrale di San Venanzo è custodita un’epigrafe che ne serba il ricordo.

 

«D. AEMILIANO * PIERGENTILI *  FABRIANEN * QUI * INTER * CLERICOS * STIPENDIARIOS * HUIUS * ECCLESIAE * CATHREDALIS * ADSCITUS * A * NOB: VIRO * CAROLO * ANTONIO * CANONICO * RONCA * MORUM * INTEGRITATE * AC * MUNERIS * SEDULITATE * PRAEFULSIT * MOX * EREMITAE * CAMAL: FAMILIAE * SESE * ADIUNXIT * UBI * DEO * MANCIPATUS * CORPORIS * SERVIT: AC * CONTEMPL: DONO * OBIIT * XIV * CAL: FEB: ( I ) I ) ( ( LXXIX (1779) * SANCTES RONCA * COPI: DUX * IN * PAT * VIRO * DE * GENTE * SUA * O * M * M * P * ( I ) I ) ( ( XCIII».

 


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