di
Balilla Beltrame
I “mastri comacini” erano esperti in architettura e ingegneria
edile, si spostavano da un luogo all’altro d’Italia e d’Europa,
per costruire sontuose chiese e cattedrali romaniche,
rinascimentali, barocche, palazzi e castelli, ponti e fortezze. Al
loro seguito, scultori, stuccatori, tagliapietre, scalpellini,
capimastri, ebanisti, apprendisti. Provenivano dalle zone di
Lugano e di Como per cui, furono in seguito identificati coi nomi
generici di lombardi, comaschi, luganesi. I
“Magistri commacini” esistevano già al tempo dei Longobardi ma fu
dal XIII secolo che si diffusero, si organizzarono in gilde,
congreghe, corporazioni, propri statuti, regole, scuole, capitani,
chiese, ospedali, tutti vincolati alla solidarietà, e alla mutua
assistenza. |

Fabriano, San Benedetto - chiesa costruita
su
disegno
di Mariano Lombardo (1598) |
Veneravano i Santi patroni Giovanni il Battista e i
Quattro Coronati, giovani martiri romani. La festa cadeva l’otto
novembre giorno di riposo, dedicato alla preghiera e alle elezioni di
capitani e camerlenghi. Dietro i passi dei “magistri” è rimasto nei
secoli, un alone di mistero che la Storia non ha dissolto. Vicini ai
Templari, ai Rosacroce, poi alla massoneria, ci si è fantasticato
parecchio in assenza di documentazione. Il fatto vero, concreto, è che
furono tra i primi depositari delle più moderne tecniche della scienza
delle costruzioni. Ma da chi avevano imparato? Che giro di conoscenze
ad alto livello avevano per ottenere appalti in tutta Europa? Chi li
proteggeva? Solo nel paese di Cuccagna “le fratte si legano con le
salsicce”, dice una vecchia sentenza contadina cioè, nessuno regala
successo, ricchezza, abbondanza in cambio di niente. Una contropartita
ideologica ci sarà pur stata! Poi un’altra considerazione: è risaputo
che nelle corporazioni delle Arti maggiori c’era molta gelosia del
lavoro. Vietato divulgare i segreti del mestiere pena la morte. Questo
silenzio e quest’ossessiva riservatezza furono scambiati – e lo sarà
stato – per un codice d’onore di società segreta esoterica. Non a caso
la massoneria fa risalire le sue origini proprio alle gilde dei
muratori, tagliapietre, scalpellini. Comunque sia, se noi oggi
possiamo ammirare la bellezza, la robustezza delle loro edificazioni è
perché i “lumbard” ebbero grande spirito d’adattamento, interpretarono
le mutanti correnti artistiche, seppero calcolare bene i pesi, le
misure, la qualità dei materiali per farli resistere contro le
ingiurie del tempo e i cambiamenti della storia.

Matelica, Cattedrale -
campanile opera di
Costantino e Giovanni Battista da Lugano (sec.XV) |
Nelle Marche, in molte città piccole e grandi, dal
secolo Tredici al Diciottottesimo, chiamati dalla ricca
committenza laica ed ecclesiastica, lavorarono una trentina di
Mastri: incisero il nome sulla pietra. Altri, meno importanti, si
ritrovano nei documenti come quel Giovanni da Tremola, nel 1472
mise mano alla monumentale Fontana sturinalto di Fabriano.
E vissero in questo castello anche Taddeo da Como nel 1481 per
realizzare il bel sarcofago di marmo di S.Romualdo, Francesco
Silva da Morbio (1560/1633), scultore e stuccatore, lavorò nella
chiesa di S.Venanzio, Mariano Lombardo, architetto, lapicida
disegnò e diresse la costruzione della chiesa di S.Benedetto,
Pietro Maria Loni da Lugano architetto e scultore, disegnò la
facciata della chiesa di san Filippo al Corso danneggiata dal
terremoto del 1741, Giacomo Cantoni da Muggio scultore e
stuccatore, nel 1756 realizzò gli ornamenti della navata della
chiesa di S. Agostino. |
Lunga e proficua fu la loro presenza a Matelica. In una
ventina d’anni Costantino da Lugano architetto, col fratello Giovanni
Battista e tutta la compagnia degli artigiani specializzati,
costruirono il palazzo Ottoni nel 1452, palazzo Piersanti subito dopo,
e la facciata del Duomo nel ‘74.
Interessante sarebbe rintracciare i documenti del
soggiorno di queste maestranze forestiere per ricostruirne il
“passaggio”, l’eventuale integrazione con la società del luogo. Un
contributo in più a questa storia affascinante, avara di notizie.
I Mastri comacini nelle Marche
- Bernardino di Pietro da
Carona architetto, scultore, (1478/1512 c.). Nel
1498 abita a Senigallia. Jesi 1498, palazzo del Comune, partecipa alla
stima di un leone scolpito e l’anno dopo alla perizia delle finestre.
Ascoli 1504, convento di S.Agostino: gli vengono ordinati alcuni
capitelli, colonne e archi. Fano 1506, stemma del card. Gabriele de
Gabrieli (distrutto). Ascoli 1509, atto notarile: “Magr. Bernardinus
magr. Petri de Cariora vallis Lucano de Lombardia hab. civ. Asculi”.
Ascoli 1510, chiesa di S.Francesco: monumento a Papa Giulio II; l’anno
dopo, chiesa di S. Maria del Lago: disegno del tabernacolo costruito
da Domenico da Pavia (distrutto). Fano 1511/1513, portale della chiesa
di S.Michele. Fano 1512, atto notarile: “Magister Bernardinus magistri
Petri da Carona vallis Lugani scarpelinus et habitator Fani”.
- Bregno Andrea da Osteno
(Como) scultore (1418/1503). Treia, Duomo: altare maggiore, statue dei
SS. Pietro e Paolo.
- Cantoni Giacomo da Muggio
architetto, stuccatore sec. XVIII. Fabriano, chiesa di S.Agostino:
decori della navata.
- Costantino da Lugano
architetto, con il fratello Giovanni Battista a Matelica, costruiscono
palazzo Ottoni 1452, palazzo Piersanti e la facciata del Duomo 1474.
- Della Porta Giovanni
Battista da Porlezza scultore, col fratello Tommaso a
Loreto 1542, Santuario della Santa Casa: statue delle Sibille e dei
profeti.
- Fiamberti Tommaso da
Campione scultore, sec. XIV/XV. Urbino, Galleria naz. delle
Marche: “Madonna con bambino” rilievo in marmo; Cagli, chiesa di
S.Francesco: due putti reggicandela, bassorilievo.
- Fontana Domenico da Melide
architetto, stuccatore (1547/1607), Ancona 1577, “Cittadella”:
progetto per il restauro del molo; Montalto Marche 1586, Duomo.
- Fontana Giovanni da Melide
architetto, scultore (1540/1614). Loreto 1604, “Fontana della
Madonna”: disegno, insieme a Carlo Maderno da Capolago.
- Francesco Del Papa
lombardo architetto, scultore. Fossombrone 1479, palazzo
vescovile.
- Giorgio da Como
architetto, scultore. Jesi 1227, Duomo: acquasantiera con due leoni;
Fermo 1257, Duomo.
- Giovanni Botto da Lugano
architetto. Santuario di Macereto (MC) 1538. Dopo la morte per
infortunio sul lavoro, viene sostituito da
Carlo di
Tommaso Salvi da Melide
architetto, il quale con i suoi figli Giacomo e Filippo lo portano a
termine nel 1558.
- Giovanni di Gabriele da
Como architetto, scultore. Jesi 1513, palazzo della
Signoria: targhe con leone, loggia inferiore del cortile; chiesa di
S.Marco: sepolcro Nolfi.
- Lironi Giuseppe da
Mendrisio scultore (1689/1749). Urbino, Oratorio di
S.Giuseppe: statua di S.Giuseppe, in marmo.
- Lombardo Antonio da Carona
architetto, scultore (1458/1516). Montecassiano: palazzo del
Municipio, chiesa e campanile dell’Assunta. Loreto 1583, Santuario
della S.Casa: facciata, statua in bronzo della “Madonna col Bambino”
di Girolamo Lombardo aiutato dal figlio Antonio e dai discepoli
Calcagni e Vergelli.
- Lombardo Aurelio da Carona
(1501/ Recanati 1563). Scultore e fonditore lavora con i fratelli
Girolamo e Lodovico nel 1539 a Loreto; nel 1550 a Recanati, escono
dalla sua fonderia le porte in bronzo della Basilica di Loreto.
- Lombardo Giorgio di
Antonio da Carona lapicida. Nel 1494 abitava in Ancona.
Senigallia 1494, Rocca: stipiti scolpiti da “Georgius mag.i Antonius
fi.l qd.m. mag.ri Lombardi de Carona”.
- Lombardo Girolamo
scultore e fonditore (1504/1590). Fermo, Duomo: tabernacolo in bronzo;
Loreto, S.Casa: statue di bronzo di Ezechiele, Malachia, Mosè,
Zaccaria.
- Lombardo Pietro da Ciona
di Carona architetto, scultore (1435/1515). Urbino,
Cappella del Perdono.
- Lombardo Tullio detto
Tullio Solari da Carona architetto, scultore (1455/1532).
Cingoli 1531, palazzo del Municipio: facciata porticato.
- Lombardo Mariano
architetto, lapicida. Fabriano 1605, chiesa di S.Benedetto: disegno e
costruzione.
- Loni Pietro da Lugano
architetto, scultore sec.XVIII. Fabriano, chiesa S.Filippo: disegno
della facciata.
- Lucchini Bartolomeo da
Como architetto. Offida 1488, costruzione della Rocca.
- Maderno Carlo da Capolago
architetto, ingegnere, scultore. (1556/1629). Vedi Giovanni Fontana.
- Maestro Filippo lombardo.
Ancona 1221, costruzione della “Porta della farina” detta “di
S.Pietro”.
- Maggi Carlo da Poruzzella
architetto. San Severino 1768, chiesa di S.Giuseppe.
- Raggi Antonio Ercole detto
“il lombardo” da Vico Marcote scultore (1624/1686). Loreto,
S.Casa: monumento funebre del card. Bonaccorsi.
- Silva Francesco da Morbio
scultore, stuccatore (1560/1633). Fabriano, Duomo: statue varie;
Loreto, modello della Fontana grande.
- Tibaldi Pellegrino detto
“Pellegrini” da Puria di Valsolda architetto, scultore,
pittore (1527/1596). Ancona, “Cittadella”; chiesa di S.Francesco delle
Scale: tela con “Battesimo di Cristo”; palazzo Ferretti, attribuzione;
Loggia dei Mercanti: restauro dopo un incendio.
- Taddeo da Como
scultore. Fabriano 1481, chiesa dei SS. Biagio e Romualdo: sarcofago
in marmo per le reliquie di S. Romualdo.
- Tomaso da Carona
nel 1481 lavora nella chiesa di S.Pietro in Castello di Ascoli Piceno
con altri compaesani.
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PUBBLICATA DA
www.fabrianoedintorni.it
;
www.fabrianostorica.it