Il castello di Genga
Sorge intorno all'anno mille all'interno della
giurisdizione del vicino gastaldato di Pierosara; il nome deriverebbe
dal germanico gang con accezione di miniera o cava sotterranea.
La prima menzione si ha in un atto del 1090 in cui l'abbate
di San Vittore delle Chiuse concede in enfiteusi ai conti Ugo, Alberto e
Suppo, figli di Alberico, il castello con metà della rendita spettante
alla chiesa di San Clemente.
Discendenti del primogenito Ugo saranno quindi
Simone I, Uguccione e Simone II. Quest'ultimo nel 1216 sottometterà a
Fabriano i castelli di Genga e di Galla ricevendo 150 lire lucchesi e
divenendo nobile fabrianese.
I conti inurbatisi nel quartiere di San Venanzio, dove
tuttora esiste il palazzo che porta il loro nome, faranno parte del
Consiglio Generale (Bartolo nel 1435) e del Consiglio di Credenza (Marco
nel 1473). Nonostante ciò in più di un'occasione si rivalsero del loro
titolo di feudatari dimostrando insofferenza verso le istituzioni
comunali appoggiando poi incondizionatamente la signoria dei Chiavelli.
Nel 1437, a seguito dell'eccidio chiavellesco con il
quale le Arti riprendono il potere in città, Fabriano accusa i conti di
ribellione per essersi riappropriati nei possedimenti e dopo aver
espugnato il castello condanna a morte Gandolfino, Pietro e Antonio.
La diatriba con Fabriano si riaprirà con violenza nel XVI
secolo quando il cardinal Ippolito de' Medici, con breve del 24 giugno
1534, riconosce ai Conti della Genga la giurisdizione del Castello e
delle ville circostanti. Per tutta reazione i fabrianesi il 13 ottobre
dello stesso anno, durante il periodo di vacanza pontificia, assaltano
il castello senza espugnarlo mettendo a ferro e fuoco le vicine
contrade. Nel 1536 il castello viene assalito e saccheggiato e Fabriano
è condannata dalla Camera Apostolica a risarcire con 225 fiorini e con
la perdita di ogni diritto su quei territori.
Fabriano ricorrerà nel 1549 all'arbitrato del duca Pier
luigi Farnese, figlio del papa, che non escluderà ma limiterà la
giurisdizione di Fabriano. Nel 1562 Genga può adottare il suo primo
statuto con il quale i conti governeranno le loro terre in modo
dispotico come un "piccolo stato sovrano" soggetto alla S.Sede.
Per sanare i contrasti interni tra i quattro rami della
famiglia e per evitare la divisione delle terre, il governo è alternato
a turni di quattro mesi.
Il dominio si estenderà poi fino al 1816, anno in cui Pio
VII inviterà i feudatari del suo stato a rinunciare alle loro
giurisdizioni.
Numerosi furono i personaggi illustri della famiglia
Della Genga che si distinsero in campo religioso, politico e militare,
ma fra tutti spicca certamente Annibale che il 28 settembre 1823 salirà
al soglio pontificio con il nome di Leone XII.
Nel 1860, dopo l'unità d'Italia e dopo l'annessione dei
territori di Trinquelli, Colleponi, Casamontanara, Rocchetta, San
Donnino, fortemente voluta da Leone XII, Genga diventerà comune
autonomo.
BIBLIOGRAFIA
G.Castagnari (a cura di), "Abbazie e Castelli della
Comunità Montana Alta Valle dell'Esino" Recanati 1990 |
Veduta del
Castello
Stemma dei
Conti Della
Genga
Busto di Leone
XII,
Annibale Della
Genga, nella piazza
del castello
Genga, Palazzo
dei Conti
Costruzioni poggianti sullo strato
di roccia sottostante a scaglie bianco-rosate |