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Rocca di Viacce

 

di Euro Puletti

 

 

Molto antica è la frazione fabrianese di Viacce, posta ai piedi del selvaggio versante orientale del Monte Cucco marchigiano, ed un tempo denominata “Villa di Viaccio” o “di Viaccie” e “Viacce”. Già citato fra gli anni 1203, 1205, 1279 e 1282, nel XII-XIII secolo, il piccolo centro pedeappenninico marchigiano dovette anche godere d’una certa quale importanza strategica, come centro di strada e di crocevia viario, a controllo dei transiti e traffici transappenninici se, già nel 1205 (perg. 125 di S. Vittore e carta diplomatica dello Zonghi z. XXXIX anno 1203), l’area ad essa contornante, era denominata “Rocca Viatii”, cioè “Rocca di Viaccio”, poi, “Viazzi” (1282 – Carta di San Cassiano) e, quindi “Viazzio” (1468).

Forti e continui dovettero, poi, essere i contatti con i centri del contermine versante umbro del Cucco, se, nel 1279, come si può leggere in un documento, i sindaci della Villa di Viaccio spartirono il Monte Cucco con Monaldello e Petruccio di D(omi)nus Armanno di Guelfone, Signori del Castello di Costacciaro. Territorialmente compartita tra i distretti di Sassoferrato e Fabriano, la Villa di Viacce, passò, nel 1295, definitivamente sotto la giurisdizione fabrianese. A Viacce (nome di luogo forse derivato da “via Acci”, vale a dire ‘via di proprietà (o controllata) di un certo Accio’ o “via actus”, cioè ‘sentiero’) vi era, altresì, come detto, una rocca, probabilmente identificabile, oggi, con un vecchio, anzi antico, agglomerato di case, sorgente presso il paese vero e proprio. L’Eremo di Monte Cucco, infine, annoverò, fino al 1860, fra i suoi possedimenti, anche la Villa di Viaccio, già proprietà, prima del 1310, della Precettoria Templare di Rigo Petroso di Perticano. Su una casa di Viacce lo studioso fabrianese Uncini ha recentemente individuato uno stemma nobiliare, che così recita testualmente: “Aere D. Macthei De Aug. Instaurata MDVII" (vale a dire ‘costruita, o istituita, col denaro del Signore Matteo degli Agostini, nel 1507’). Matteo degli Agostini (+ 1531), fu cavaliere aureato (1518) ed umanista, poeta in latino ed amministratore pubblico che fu onorato di solenni esequie dal Comune di Fabriano.

Appare evidente, pertanto, come (stante la presenza, in loco, del loro blasone e considerando quanto, in esso, si dice) gli Agostini dovessero possedere proprietà, mobiliari od immobiliari, nell’antica villa fabrianese di Viacce.

 

BIBLIOGRAFIA

Dalmazio Pilati, Storia di Fabriano, dalle origini all’alba del terzo millennio, Fondazione Carifac, 2004

Romualdo Sassi, Il “Chi è?” Fabrianese, Arti Grafiche “Gentile”, Fabriano 1989

 

 

 

 

 

 

Viacce

 

 

 

 

 

 

 

 

Stemma della famiglia Agostini infisso

nel muro esterno di in una casa

“Aere D. Macthei De Aug.

Instaurata MDVII"

(foto F.Uncini)

 

 


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