Valpovera
e il San Francesco alle Logge
di Federico Uncini
Il Beato Francesco Venimbeni nella sua Cronica Fabrianensis così scrive:
"Anno 1282, alla quarta indizione, al tempo del signor papa Martino IV, in giorno di maggio, fu fatta la compera delle case del signor Torscelli Bonaccorsi Rambaldo per edificarvi il luogo dei Frati Minori.
Nella domenica seguente, festa di S.Urbano, vi fu cantata la prima messa. Questo cambiamento di luogo avvenne con grande pace ed edificazione del popolo, senza nessuna contestazione (nullo contraddicente), ma tra l'approvazione generale".
Le cose non si svolsero con tanta velocità, anche se una settimana dopo fu detta una messa in una delle case acquistate e non ancora abbattute.
L'area apparteneva a una contrada detta Valpovera (Vallis pauper): comprendeva una torre, un cortile, un giardino e un palazzo prospiciente la «strada del Comune».
II tutto costò 1.050 lire di moneta vecchia ravennate, mentre era valutato il doppio; questa anche dal Beato fu considerato un miracolo di S. Francesco d'Assisi. Infatti, quando S. Francesco era venuto la prima volta a Fabriano, aveva chiesto a una donna, la signora Maria, moglie di Alberico di Gentile:
«Come si chiama questa contrada?». «Val Povera». “Val Povera!”, aveva esclamato S. Francesco, colpito da quel nome. «Qui un giorno dimoreranno i miei frati».
I lavori della fabbrica si protrassero abbastanza a lungo. Anche se il podestà della terra di Fabriano, Marzocco, nobile di Pisa (che poi, tornato in Toscana, si farà frate minore) e la comunità civica con un contributo annuo, insieme ai cittadini privati, facevano a gara per portare avanti i lavori, i frati dovettero rispolverare più volte la bolla con cui papa Clemente IV nel 1269 aveva concesso 100 giorni d'indulgenza a chiunque avrebbe dato limosina pro consumanda fabrica della chiesa dei frati minori di Fabriano. Nel '69 si trattava della chiesa di porta Cervara, ma le indulgenze ora si estendevano, come tutte le cose favorevoli, alla chiesa di S. Francesco.
Tra sacrifici, limosine e indulgenze si riuscì a coprire la chiesa nel 1329, sette anni dopo la morte del Beato e soltanto il 23 giugno 1398, vigilia di S.Giovanni Battista patrono di Fabriano, tre vescovi, i frati delle Marche riuniti a capitolo e tutta la Città, consacrarono solennemente la Chiesa di S. Francesco alle Logge.
E' notissima, concludeva nel 1893 P.Luigi Tassi da Fabriano, la cura che si presero il Municipio, i Legati e gli stessi Pontefici per ampliare e onorare Chiesa e Convento, e il culto accrescere al b. Francesco. Come poi ite siano le cose in questi ultimi tempi, è carità di patria il non dire.
[NDR - Nel 1864 la municipalità aveva decretato infatti di "abbattere" la trecentesca chiesa di San Francesco che versava in pessime condizioni di conservazione. La demolizione fu vista però dai più come un pretesto dell'amministrazione anticlericale per requisire chiesa e monastero e alloggiare uffici comunali]
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Il portale dell'ex chiesa di
San Francesco alle Logge nel suo
ultimo rifacimento settecentesco
Un antico edificio
in contrada Valpovera
Resti di colonna gotica
visibile nel loggiato
Lapide con la locuzione
"ingiurie dei tempi":
motivo della riconversione
dell'edificio fatta nel 1864
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