Le cartiere di Fabriano
da Pietro Miliani ad oggi
di Ulisse Mannucci
La carta nasce in Cina [foto 1] nel 105 d.C. (recenti
studi hanno confermato l'esistenza di carta prodotta almeno due secoli
prima di Ts'Lun) e giunge a Fabriano nel secolo XIII dal mondo arabo
come affermato e dimostrato da diversi studiosi tra i quali i fabrianesi
Sassi, Gasparinetti, Emery e Castagnari [foto 2]. I cartai fabrianesi
apportano tre grosse innovazioni alla originaria tecnica araba:
l'introduzione delle pile idrauliche a magli multipli in sostituzione
del mortaio con pestello; la impermeabilizzazione delle fibre con
gelatina animale in luogo della colla d'amido; l'invenzione dei "segni"
o "marchi" successivamente chiamati "filigrane".
L'enorme salto di qualità del prodotto fabrianese spinge
le autorità dei vari stati a revocare il divieto d'uso della carta nel
campo della documentazione. La carta fabrianese è, quindi, riconosciuta
atta a sostituire la costosa pergamena in tutti i suoi usi. Questo è il
primato di Fabriano che porta a dire al Castagnari: "La carta giunge
araba a Fabriano e da qui si diffonde fabrianese in Europa, pertanto
Fabriano è la capitale europea della carta".
Dal sec. XIII al sec. XVI l'operosa attività svolta dalle
circa 40 "gualchiere" fabrianesi situate lungo il corso del fiume
Castellano (l'attuale Giano), apporta ricchezza e splendore alla città
di Fabriano.
Con il sec. XVII inizia la decadenza causata da fattori
tecnici ed economici. Si accenna brevemente a quelli principali: la
mancanza di aggiornamento dei cartai fabrianesi alle tecniche apportate
da cartai stranieri, l'adozione della macchina per lavorare gli impasti,
cilindro olandese, i perfezionamenti nella collatura della carta,
l'impiego di candeggianti chimici derivati dalla scoperta del cloro ed
altre. Inoltre le cartiere fabrianesi, di proprietà di nobili e del
clero, sono quasi tutte gestite in affitto. Agli affittuari, pagati il
canone di affitto, i salari, le gabelle, onerosissime per il periodo
considerato, ben poco resta per il loro sostentamento e i miglioramenti
da apportare alle fabbriche non possono essere effettuati.
Probabilmente sono queste le conclusioni a cui perviene
Pietro Miliani [foto 3], dipendente della cartiera Antonio Vallemani,
per spiegare l'incredibile situazione in cui versano le cartiere
fabrianesi. Tale convincimento gli da forza di presentare al Vallemani
la sua proposta consistente nel costituire una combinazione societaria
tra il Vallemani e lo stesso Miliani per la gestione della cartiera.
Proposta che il Vallemani accetta come pure accetta le
condizioni riportate dall'atto costitutivo, rogito Garofoli, notaio in
Fabriano e datato 13 giugno 1780 e cioè: il conte Antonio Vallemani,
proprietario della cartiera omonima sita a Fabriano in località Madonna
della Quercia [foto 4], apporta i beni costituenti la cartiera:
edificio, attrezzature, materie prime ed inoltre s'impegna a versare la
somma di "scudi 1000 in moneta di 10 paoli per scudo per il bisogno di
detto negozio"; da parte sua, il Miliani apporta la sua competenza
tecnica nella conduzione della fabbrica sia per quanto riguarda
l'aspetto tecnico produttivo che quello commerciale e aziendale. Inoltre
la società assume la ragione sociale di "Cartiera Pietro Miliani";
decorrenza del contratto: a partire dal 15 febbraio 1782, al termine del
contratto d'affitto in corso con Paolo Baroni ed i fratelli Ungarini;
durata del patto societario: nove anni.
Il 15 febbraio il Miliani diviene il gestore, a tutti gli
effetti, della cartiera che porta il suo nome [foto 5].
Dotato di grande energia e di elevate capacità
imprenditoriali, egli affronta ed elimina il primo elemento della crisi:
lo scarso livello qualitativo del prodotto fabrianese nei confronti
della concorrenza specialmente straniera. Quasi da moderno "manager"
afferma ed impone che la qualità di un prodotto non si controlla a
posteriori, ma "nasce" con il prodotto stesso e, quindi, i controlli
vanno eseguiti a monte della fabbricazione e durante la lavorazione.
Affronta ingenti spese per riorganizzare e rinnovare gli opifici, per
ricercare ed adottare i più moderni ritrovati tecnici. Installa il primo
cilindro olandesedello Stato Pontificio di cui cura personalmente la
costruzione. Sollecitato da artisti e stampatori, tra i quali,
Rosaspina, Morghen, Longhi, Bodoni, adotta la forma "velina" per
produrre carte a "mo' di Francia".
Ben presto la sua energica e competente azione
riorganizzatrice produce i suoi effetti con il netto miglioramento del
"mix" dei prodotti che riporta la carta Fabriano tra le preferite del
mercato nazionale ed estero aumentandone notevolmente la domanda.
Da imprenditore non si lascia sfuggire la favorevole
congiuntura e provvede ad accrescere la capacità produttiva stipulando
inizialmente un contratto societario con i fratelli Serafini,
proprietari della cartiera di Ponte del Gualdo [foto 6], costituendo la
Cartiera Sociale, anno 1788.
Nel 1791 prende in affitto la Cartiera Mariotti attigua
alla Miliani (ex Vallemani).
Il continuo aumento della domanda dei suoi prodotti lo
spinge a ricorrere alle cartiere dei paesi vicini: Nocera Umbra,
Esanatoglia divengono succursali della ditta Pietro Miliani.
Nel 1802 stipula il contratto di affitto con la Cartiera
Bezzi di Pioraco ove manda a dirigerla il nipote Giovanni, che in
seguito diviene proprietario della cartiera stessa, dando origine al
nucleo piorachese della famiglia Miliani.
Nel 1805 acquista la quota Vallemani della cartiera
Madonna della Quercia, che diverrà Cartiera Centrale, divenendone
proprietario unico.
L'organizzazione creata nel giro di 20 anni evidenzia
l'impegno e le capacità imprenditoriali del Miliani che si dimostra di
grande attualità se si pensa che già a quei tempi egli attua il
principio della "specializzazione produttiva" assegnando ad ogni
stabilimento una particolare produzione di cui il "ministro" è il
diretto responsabile.
Il 24 febbraio 1817 muore Pietro Miliani. Gli succedono i
figli Niccolò, Tommaso e Rinaldo nella gestione della cartiera che
conserva la ragione sociale "Pietro Miliani".
Essi proseguono a gestire le cartiere della famiglia
seguendo gli insegnamenti appresi dal padre.
La loro saggia gestione tecnica ed amministrativa è
compensata dalla continua domanda di prodotti per cui l'aumento del
potenziale produttivo non conosce soluzione di continuità.
Nel 1820 essi acquistano la quota di proprietà della
vedova Mariotti sulla omonima cartiera già gestita in affitto.
Nel 1843 acquistano, per scadenza del contratto
societario, la cartiera Ponte del Gualdo già Cartiera Sociale.
Nel 1854 acquistano le rinomate Cartiere Campioni [foto
7].
Nel 1862 muore Rinaldo Miliani, ultimo dei tre figli di
Pietro. Gli subentra il figlio Giuseppe che fin dalla giovane età
frequenta l'opificio paterno acquisendo una conoscenza pratica di tutto
il processo produttivo.
Nel gennaio 1871 un furioso incendio distrugge gran parte
dello stabilimento Centrale [foto 8]. Il grave avvenimento vede la
grande intesa tra il proprietario e le maestranze nella ricostruzione
dell'opificio che in pochissimo tempo è in grado di riprendere la
produzione.
A Giuseppe Miliani va il merito del salto di qualità
trasformando l'antica impresa in un moderno complesso industriale e di
aver dato impulso alla Pia Università dei Cartai, ripristinando le
usanze della tradizione cartaria fabrianese.
Oggi la Pia Università è ancora attivamente presente con
la sua Chiesa di S. Maria Maddalena, patrona dei cartai, e con la
intensa attività volta a tramandare alle generazioni future la memoria
storica di un patrimonio della cultura materiale unico al mondo.
Altro suo grande merito è l'aver fondato la Società di
Mutua Beneficenza tra il personale delle cartiere per l'erogazione di un
sussidio in caso di malattia.
Nel 1887, con la scomparsa dell'ultimo membro della
famiglia Mariotti, viene a cessare il contratto enfiteutico stipulato
nel lontano 1791 [foto 9].
Dopo il grande sciopero del 1884, a cui seguì la serrata
che vide lo scontro tra proprietario e maestranze, a Giuseppe Miliani
subentra il figlio Giambattista, già direttore tecnico e del personale.
Sotto la sua gestione si accresce lo sviluppo del
complesso con l'inizio di grossi lavori di potenziamento indispensabili
per fronteggiare la concorrenza e le esigenze di mercato, in particolare
quello delle carte valori.
Sul finire del sec. XIX costruisce l'ampio moderno
fabbricato per il "Reparto Banche" [foto 10], divenuto negli anni 20 del
secolo scorso, reparto Confezioni. Nei primi anni del sec. XX viene
costruita la prima parte del reparto Stracceria per fronteggiare
l'accresciuto fabbisogno di materie prime fibrose.
Le aumentate necessità finanziarie derivanti dal
programma di potenziamento in atto determinano, nel 1903, la
trasformazione della ditta padronale a Società in accomandita semplice.
Gli apporti dei soci accomandanti consentono al Miliani di acquistare le
rinomate Cartiere Fornari, ultimo forte concorrente fabrianese [foto 11]
e le cartiere Braccini-Serafini [foto 12].
Intanto prosegue il programma di potenziamento con la
costruzione della seconda parte del Reparto Stracceria.
Nel 1906 la società in accomandita diviene "Società
Anonima Cartiere Pietro Miliani" con la partecipazione della Banca
Commerciale Italiana quale socio di maggioranza.
Il nuovo apporto finanziario consente al Miliani di
ampliare ulteriormente la potenzialità produttiva del complesso
acquistando nel 1911 le Cartiere Centrali e nel 1912 le Cartiere
Giovanni Miliani, entrambe di Pioraco [foto 13].
Nel 1923 viene ristrutturato lo stabilimento Centrale di
Fabriano ed entra in produzione la prima macchina continua in piano
installata a Fabriano (cm. 200 di larghezza utile, 70 m/1' di velocità),
[foto 14].
Rinaldo Miliani prima ed il figlio Giuseppe poi, nel
secolo precedente avevano lottato vivacemente per ottenere la licenza
dallo Stato Pontificio per il detto impianto, licenza che non fu mai
concessa.
Nel 1927 viene installata la seconda macchina in piano a
Pioraco per la produzione delle carte sottili e per sigarette [foto 15].
Dopo la parentesi 1928-1932 in cui la maggioranza
azionaria viene messa in vendita dalla Banca Commerciale ed acquistata
dal gruppo industriale inglese Portals, l'Istituto Poligrafico dello
Stato diviene azionista di maggioranza del consorzio di Enti pubblici
che aveva rilevato il pacchetto azionario dagli inglesi.
Nel 1930 inizia in Italia la politica economica basata
sull'autarchia. In questa ottica il Poligrafico dello Stato progetta e
realizza impianti industriali per la produzione di cellulosa dalla
paglia di grano. Sorge così lo stabilimento Incedit di Foggia e nel 1941
inizia la produzione lo stabilimento di Castelraimondo per le Cartiere
Miliani [foto 16].
Il passaggio del fronte nel luglio del 1944 vede la
distruzione completa di tale stabilimento. Danni gravi subiscono anche
le altre fabbriche di Fabriano e Pioraco.
In questa circostanza dirigenti e maestranze si prodigano
al massimo per limitare i danni dei guastatori tedeschi in ritirata.
Lo stabilimento di Castelraimondo viene ricostruito
integralmente. Rapidamente vengono rimessi in efficienza gli
stabilimenti di Fabriano e Pioraco che nel giro di poco tempo sono in
grado di riprendere a produrre.
Nel 1949 viene potenziato lo stabilimento di Fabriano
Succursale (ex Fornari, chiamato anche "seconde cartiere" dai cartai)
con la costruzione di un fabbricato per accogliervi una nuova macchina
in tondo, la S 5.
Nello stesso anno 1949 lo stabilimento di Pioraco è
dotato di una terza macchina in piano, la P 3, della larghezza di 200
cm. utili, e di 100 m/1' di velocità, per la produzione di carte
sottili.
Nel 1953 viene potenziato lo stabilimento Centrale con
l'installazione di una nuova macchina continua in piano, la C 2, di cm.
310 di larghezza utile e capace di raggiungere la velocità di 200 m/1'.
Nel 1963 viene realizzata la prima parte della nuova
cartiera di Ponte del Gualdo di Fabriano in sostituzione dello
stabilimento Succursale nel quale resterà operante solo il reparto Tini
(carta a mano).
Delle quattro macchine in tondo esistenti nello
stabilimento Succursale viene trasferita nella nuova fabbrica solo la
macchina in tondo S 5 e vengono installate le due nuove macchine: S 6 e
S 7, quest'ultima appositamente studiata per la produzione di carte
valori e banconote [foto 17].
Nel 1977 viene completata la realizzazione della nuova
Cartiera Ponte del Gualdo [foto 18] con la installazione di una nuova
continua in piano, la F 3, di cm. 400 di lunghezza utile e capace di
raggiungere 1000 m/1' di velocità. Con questa realizzazione tutta la
produzione di Fabriano è concentrata nel nuovo stabilimento, viene,
quindi, smantellato il vecchio Stabilimento Centrale, l'originaria
cartiera Madonna della Quercia, che diviene un magazzino supplementare
per la carta e resta sede degli Uffici tecnici ed amministrativi.
In previsione di ulteriori potenziamenti produttivi della
continua F 3, nel 1993 è stato realizzato lo stabilimento di Fabriano
Rocchetta ove sono state trasferite le linee di allestimento della
continua F 3, liberando gli spazi per le esigenze derivanti
dall'accresciuto volume produttivo della detta macchina continua [foto
19].
Lo stabilimento Fabriano Rocchetta è dotato, inoltre, di
un magazzino carta automatizzato che raccoglie tutta la produzione del
complesso per la spedizione ed evasione degli ordini delle carte di
listino attraverso un sistema di elaborazione informatizzato.
Nel frattempo lo stabilimento di Pioraco vede fortemente
aumentata la sua capacità produttiva con il potenziamento delle due
macchine continue in piano, P 1 e P 2, anche se è stata smantellata la
continua P 3.
Di conseguenza vengono eseguiti i lavori di adeguamento e
di razionalizzazione delle linee di preparazione impasti e delle linee
di allestimento e costruito un nuovo magazzino delle materie prime [foto
20].
Lo stabilimento di Castelraimondo è oggetto di una
opportuna conversione produttiva a causa dell'eccessivo inquinamento
provocato dal processo di preparazione della cellulosa dalla paglia di
grano e da quello di preparazione della pasta dai linters di cotone.
Pertanto nel 1981 è stato costruito un nuovo fabbricato
per accogliervi l'impianto di preparazione delle carte autocopianti e
termiche [foto 21].
Nel 2000 lo stabilimento è stato ceduto ad una nuova
Società nella quale partecipa anche il Gruppo Cartiere Miliani.
Oggi si va completando un'altra importante innovazione
strutturale: la privatizzazione della Società.*
Il prestigio secolare consentirà allo storico complesso
industriale fabrianese di mantenere sempre alto un nome da tempo famoso
nel mondo.
*dal marzo 2002 Cartiere Miliani
Fabriano S.p.A. è parte del Gruppo Fedrigoni
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