Le innovazioni fabrianesi
Il favoloso fabbro Mastro Marino batte l'incudine sopra
il ponte a tre archi sul fiume Giano. E' lo stemma del Comune di Fabriano, sopra cui campeggia
la scritta: "Faber in amne cudit, olim cartam undique fudit" che ricorda
e tramanda il primato internazionale raggiunto da Fabriano, fin dal XIII
secolo, nella produzione e commercio della migliore qualità di carta.
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Raffigurazione
di una gualchiera
medioevale fabrianese |
In realtà la carta non nasce a Fabriano, la sua
fabbricazione inizia in Cina nel II sec. d.C. e si propaga rapidamente
in Corea e Giappone.
Nel XII secolo, mercanti arabi diffondono dall'Estremo
Oriente ai paesi mediterranei (Spagna, Italia), i metodi di
fabbricazione della carta. Non era, propriamente, la carta come oggi la
intendiamo. Infatti, la materia prima era costituita da fibre vegetali,
che gli arabi sostituirono con stracci di canapa e tela, triturati e
ridotti a poltiglia tramite macine di pietra e mortai. Se ne ricavava un
sottile strato, estratto dall'ammollo e fissato su un telaio, poi
pressato, asciugato e "collato" (reso cioè poco assorbente e adatto alla
scrittura) con colle vegetali, prevalentemente amido di riso. |
L'uso delle colle vegetali dà al foglio di carta un
tipico aspetto "cotonoso" e lo rende deteriorabile, in quanto
attaccabile da microorganismi che se ne nutrono.
Questo processo di fabbricazione che produce una modesta
quantità di carta, di qualità effimera, viene rivoluzionato dai maestri
cartai fabrianesi alla fine del XIII sec., che applicano, per la prima
volta, due innovazioni tecniche fondamentali. |
La prima è la sostituzione della macina e del mortaio per
pestare gli stracci con la pila a magli multipli, azionata da un albero
a camme mosso da una ruota ad acqua: questa macchina complessa, che
trasforma il movimento rotatorio in movimento alternativo, consente di
preparare una quantità di pasta di stracci infinitamente superiore alla
macina di pietra, in un tempo molto inferiore. La seconda innovazione è
l'uso della colla di carniccio animale al posto della colla vegetale,
che consente una migliore collatura e lisciatura del foglio e lo rende
resistente all'azione dei microorganismi. |
Fabriano, Museo della
carta.
Pila a magli
multipli.
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Alla fine del Duecento, la
tecnica e fabbricazione della carta raggiunge lo stato dell'arte nelle
numerose botteghe dei maestri cartai fabrianesi. Al tempo stesso, i maestri produttori di una carta di
eccellenza iniziano a contrassegnarla con una marca di fabbrica, la
"filigrana" , il segno della carta impresso dal telaio al centro della
metà superiore del foglio. |
Antiche
filigrane di cartai fabrianesi
del XIV e
XV secolo |
La carta prodotta a Fabriano inizia ad essere esportata
in tutta Europa, le maestranze locali apriranno botteghe all'estero e la
carta si sostituirà gradualmente e completamente alla costosa e
scarsamente disponibile pergamena.
Alla metà del Quattrocento, la disponibilità sul mercato
di grandi quantità di carta, prodotta secondo le tecniche inventate a
Fabriano, sarà il presupposto indispensabile per la messa a punto e la
diffusione internazionale della stampa a caratteri mobili. |
La stampa non è stata inventata da Gutenberg, esisteva
già in Cina e in Corea nel Duecento, ma non era una industria. Una
industria tipografica non avrebbe avuto alcuna chance di sviluppo senza
la sua materia prima: la carta.
La rivoluzione culturale (e non solo) che ne seguì è
fortemente debitrice a Fabriano, la Città della carta, e ai suoi maestri
e commercianti cartai che "...cartam undique fudit".
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