Le
fave dei morti
E'
usanza nella zona preparare per la festività del 2 novembre particolari
biscotti, aromatizzati all'amaretto e chiamati "fave dei morti", da mangiare in quei giorni.
Ancora oggi è possibile acquistarne nei forni della città. Nel '400 le
famiglie benestanti inviavano questo dolce ai poveri in occasione della
perdita di un loro congiunto. Tra i romani, come riferisce Ovidio, era
usanza sostare innanzi le tombe degli avi mangiando le fave dei campi.
Andando ancora più indietro nel tempo, sembra che tra il IV e il III secolo
a.c., le popolazioni celtiche che vivevano nell'area avessero la tradizione, in
occasione del "congiungimento tra i vivi e i morti", di stendersi
per i campi bevendo idromele e cibandosi di fave lessate.
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BIBLIOGRAFIA
M.Marcellini, "Le fave dei morti", in "L'Azione" del 8/11/2003
A.Romanazzi, "Tradizioni celtiche in Umbria" in Acam.it |