Seconda Guerra Mondiale. Le forze tedesche, dopo lo sbarco alleato a Salerno, furono costrette ad arretrare lungo la penisola, ma opposero una resistenza lungo una linea di fortificazioni definite linea del Volturno e linea Barbara. Diverse battaglie furono condotte in queste aree e la più cruenta fu quella per la conquista di Monte Lungo di Mignano che avvenne nei mesi di novembre e dicembre e consentì alle forze tedesche di apprestare un’ulteriore difesa lungo una linea fortificata che tagliava trasversalmente l'Italia dall'Adriatico al Tirreno nel punto più stretto della penisola: la "Linea Gustav". Tale linea portò a un rallentamento dell’avanzata alleata. Bisognava sbloccare l’immobilismo delle forze anglo-americane che si trovavano di fronte ad un esercito germanico molto potente e determinato. Si decide di aggirare il fronte con uno sbarco sulle coste di Anzio. Nel frattempo bisognava indebolire l’armata nazista con il taglio dei rifornimenti provenienti dall’Italia settentrionale.
Entra in campo l’aviazione alleata: la 12a, 15a USA Air Force e la Raf inglese. Viene pianificata una strategia di bombardamenti mirati a tagliare tutte le vie di comunicazioni come le linee ferroviarie, strade, ponti ecc. Nel marzo 1944 le operazioni di bombardamento si moltiplicheranno nell’ambito dell’ “Operazione Strangle”. Già le Marche avevano subito pesanti bombardamenti negli ultimi mesi del 1943 come il 16 ottobre, il primo novembre e l’8 dicembre ad Ancona. Il 30 dicembre 1943 fu colpita Falconara.
Fabriano aveva subito il 22 novembre del '43 una prima incursione da parte di veivoli p40 statunitensi, l'11 Gennaio 1944 aerei alleati raggiunsero e bombardarono nuovamente e in modo più pesante la città, in quel giorno infausto si contarono 64 vittime e circa 150 feriti.
Di seguito i rapporti originali della USAF e alcune testimonianze di chi assistì a quegli eventi.
-----------------------------------
1. RAPPORTI USAF
2. TESTIMONIANZE
3. ELENCO DELLE VITTIME
-----------------------------------
1. RAPPORTI USAF
11 Gennaio 1944. Foggia, basi USAF della 12a Air Force. Furono messe in atto le operazioni di bombardamento riportate nel testo originale delle MTO della 12a Air Force:
Tuesday, 11 January 1944
USAAF Chronology: MTO Tactical Operations (12th AF):
In Italy, B-26's attack the iron and steel works at Piombino during the night of 10/11 Jan; during the day, B-25's bomb Falconara (hitting the railroad junction) and railroad yards at Fabriano.
Traduzione: Operazioni in Italia: bombardieri medi B-26 attaccarono le industrie metallurgiche a Piombino durante la notte del 10/11 gennaio; durante il giorno, aerei B-25 bombardarono Falconara colpendo gli snodi ferroviari e gli smistamenti ferroviari a Fabriano.
I rapporti delle missioni del 321th BG riferiscono che l’11 Gennaio 1944 hanno
eseguito un bombardamento strategico su Falconara(Missione N.185).
Fabriano viene bombardata dal 57 BW 12th BG ,81th,83th e 434th SQ per un totale di 24 aerei B25 impiegati. Gli squadroni sono partiti dall’aeroporto di Foggia Gino Lisa.
Estratto da STORIA DEL 12th GRUPPO DA BOMBARDAMENTO. TEZGAON- INDIA
Rapporto missioni 10-11 gennaio 1944
10 GENNAIO 1944
Missione prevista 24 aerei per bombardare Fabriano. Italia.
Alternativa Falconara, Italia. La formazione ha sorvolato entrambi gli obbiettivi, ma non hanno sganciato le bombe a causa della scarsa visibilità. Sono state riportate molte osservazioni. Tutti gli aerei e gli equipaggi sono ritornati alla base in modo sicuro.
11 GENNAIO 1944
Missione di 24 aerei bombardano la ferrovia e M / Y a Fabriano, Italia.
Risultati abbastanza buoni. Tutti gli aerei e gli equipaggi sono ritornati alla base .
Sono state sganciate 161 bombe da 500 libbre e 40 bombe da 250 libbre.
Rapporto del 12th BG 81° Squadrone
11 GENNAIO 1944
Target: Fabriano RR giunzioni e smistamento. I nostri aerei oggi sono stati caricati per la prima volta con bombe da 8x500 lb, invece delle solite bombe 6x500 lb. Tre navigatori con l’ 83th e quattro con il 434th Squadron. Ottimi risultati per un obbiettivo completamente coperto nell'area da colpire . Le fotografie sono state scattate dalla coda . “MRS Miniver” con Greer Garson, Walter Pidgeon e Teresa Wright in hangar questa sera.
Pagina N.2 Diario di Guerra, 83th BS MAAF 12th BG M AAF
Camion dalla Q.M. sono arrivati questa mattina per trasportare la maggior parte dei mezzi pesanti per il nostro nuovo campo e la nostra movimentazione è attesa a breve. Lt. Evans ha trovato un mezzo di trasporto e lascerà il campo domani.
La nostra missione di oggi è Fabriano, Italia. Abbiamo impiegato 9 aerei, briefing alle ore 11:00 .
Tutti gli aerei sono andati oltre l'obiettivo ed è stato verificato che l'area dell’obbiettivo scelto è stata colpita in modo eccellente.
War diary 434th SQ 12° BG AAF
10 GENNAIO 1944
Cinque dei nostri aerei con l'82 th e tre con il 83th sono stati a bombardare Fabriano, Italia. Le bombe sono state riportate alla base a causa della copertura nuvolosa.
11 GENNAIO 1944
Otto dei nostri Mitchells con quattro dell’ 81th sono decollati oggi per bombardare con successo Fabriano, Italia.
-----------------------------------
2. TESTIMONIANZE
Da: Ricordi del periodo che va dall’anno 1936 all’anno 1945 di Franca Vincenzo, Franca Franco, Bartolo Chiorri ed altri.
Il giorno 11 Gennaio 1944, alle ore 13,30 (circa), si ebbe a Fabriano il primo bombardamento aereo, una diecina di bombardieri alleati (Inglesi e Americani) nel tentativo di distruggere la stazione ferroviaria e colpire i sei ponti, ove obbligatoriamente passano i binari che collegano Ancona con Roma e Fabriano con Ancona – Civitanova erroneamente, purtroppo non colpirono solo la stazione ferroviaria ma diecine di bombe caddero sul centro della città, in piazza Garibaldi, in via Cialdini, nei vicoli della Gioia, causando numerosi morti e feriti, distruggendo diecine di abitazioni e negozi, fu colpito anche l’Albergo Ristorante “Campana” nell'incrocio tra via Cialdini-via Ramelli e Filippo Corridoni ed i negozi di Bilei (alimentari e forno), il negozio Veneni Unica (dolciumi e cioccolato), la macelleria Sentinelli, la vetreria Cencetti ed altri.
Ricordo che io avevo appuntamento proprio alle ore 13.30 presso il caffè dell'Albergo Campana con i compagni Silvestrini Ivan, Palombi Rolando, Moscoloni Dino, Vittori Rolando e Ferranti Ercole, con i quali, muniti di un carrettino a mani, dovevano recarci in casa di Bartolo Chiorri per prelevare 50 cappotti grigioverdi (Artiglieria da montagna) con cappuccio e 50 coperte militari per portarli poi in casa di Ricciutelli Amleto, che avrebbe poi a sua volta con un motocarro, unitamente ad altro materiale trasportare in montagna, altro materiale lo avrebbe dovuto trasportare mio cugino Ravazzi con un’auto Balilla 4 marce. Nel momento che iniziò il bombardamento io mi trovavo ancora a casa, ove era venuto anche il compagno Borioni Alfredo, udimmo i fortissimi scoppi e la casa tremava come se ci fosse un forte terremoto, i vetri delle finestre tremarono e qualcuno si ruppe, noi, tutti, veramente impauriti, noi, tutti, veramente impauriti, non rendendoci conto di ciò che stava accadendo, estendo la prima volta che vivevamo un bombardamento aereo. Infatti, a Fabriano, dopo il mitragliamento effettuato da alcuni caccia bombardieri Inglesi il 22 Novembre 1943, non vi erano stati più né mitragliamenti né incursioni né bombardamenti. Passarono lunghissimi momenti di smarrimento, poi, dopo, una diecina di minuti, quando non si udirono più gli scoppi delle bombe ed il rombo degli aerei si allontanava, mio padre per primo usci ed io e Borioni Alfredo lo seguimmo, passammo in via Gentile (dietro il Teatro), il cielo era tutta una nube di polvere, l'aria era satura di un acre odore di polvere da sparo, mentre scendeva in terra come una sabbia frammista a calce, cemento, carbone, ricordo che ancora cadevano pezzi di coppi e calcinacci.
Arrivammo dietro via delle Botteghe Scure (Filippo Corridoni), all'altezza dell'attuale "Trattoria Pollo" ["Ristorante Lucignolo" ndr] incontrammo Pettinari Aristide (spazzino) il quale era irriconoscibile, aveva tutti i capelli bianchi, il volto nero come se fosse stato tinto con carbone, il camice da lavoro era tutto uno straccio, balbettava parole incomprensibili, poi più giù incontrammo Piera la fruttivendola (nonna del compagno Salimbeni Remo) che era stata gettata in terra dallo spossamento d'aria, mentre con un carretto stava venendo su dal mercato, povera donna era anche essa irriconoscibile, piangeva, balbettava e non si rendeva minimamente conto a ciò che era accaduto. Arrivammo in fondo la via ma non riuscivamo a vedere nulla, tanto era ancora densa la nube di polvere; ricordo che dovevamo fare attenzione dove si mettevano i piedi, perché vi erano in strada pezzi di travi, mattoni, persiane rotte, fummo costretti a mettere in faccia i fazzoletti, perché l'aria era irrespirabile.
Arrivati che fummo in fondo alla via, all'angolo nelle vetrine del negozio Calzoleria Pannella, che erano sfondate, come erano sfondate le porte del negozio di Carucci (Generi Alimentari) all'epoca nell'attuale negozio "Calzoleria Pannella" vi era il negozio di abbigliamento e biancheria intima delle "Sorelle Paoletti" (Paoletti Antiche), poi vi erano mucchi di macerie, (porte, finestre, grondai e pezzi di mobilia, vetrine tegole, ci si presentò innanzi agli occhi una immagine "apocalittica", palazzi demoliti, sventrati, una buca al centro della via con i palazzi (attuale calzoleria Pannella, calzoleria Fratibar Roberto, Edicola la Rovere, negozio Bilei), condutture dell'acqua rotte fognature scoperte, una buca di 3-4 metri di profondità, i palazzi dell'Albergo Campana, della Macelleria Sentinelli, il forno e negozio Bilei rasi al suolo; l’abitazione di Concetti Cesio al fianco del cinema Giano semi diroccata, ricordo che vidi mio padre insieme con altri uomini, che avevano cominciato a spostare travi e macerie e rottami di mobilia, per estrarre proprio nell’ex abitazione negozio di Concetti Cesio, la donna di servizio, che strillava a piangere avendo una gamba semi staccata dal corpo, ricordo che essendo ancora viva mio padre si tolse la cintura dei pantaloni per fare una legatura emostatica all'altezza della coscia per evitare una ulteriore emorragia al sangue, dopo alcuni minuti, ricordo arrivò una lettiga, (portantina mani con ruote) ove caricarono la poveretta per portarla all'Ospedale, anche io e Borioni Alfredo ci mettemmo a scavare, erano arrivati anche gli altri compagni con i quali avevamo appuntamento, Palombi Rolando, Silvestrini. Ivan, Moscoloni Dino, Vittori Rolando, Ferranti Ercole i quali si unirono a noi nello scavare, erano arrivati diecine di vigili del fuoco, e diecine di cittadini muniti di pale picconi, asce, scale, corde e quant'altro potesse essere servito, già si tacevano supposizioni sul numero dei sepolti sotto le macerie, infatti non si riusciva a sapere se tutti i componenti della famiglia Bilei erano rimasti sotto le macerie, quanti morti vi fossero sotto le macerie dell'Albergo Campana, quanti in casa Cencetti quanti nelle altre abitazioni o negozi. Arrivarono anche le autorità fasciste, il podestà ed i militi fascisti che si misero a controllare tutti i cittadini che volontariamente stavano lavorando come forsennati, contemporaneamente si stava scavando anche ai vicoli della Gioia ove anche li, erano cadute delle bombe che avevano distrutto molte abitazioni, anche in Via della Gioia molti morti e feriti. Si scavò fino a tarda sera, ma non furono recuperati tutti i dispersi. Infatti sotto le macerie della abitazione e del negozio di Bilei non fu ritrovato il corpo della figlia Miranda, mancava anche il figlio del padrone del cinema Giano, il nostro compagno Lacchè Ernesto, sotto le macerie della casa Bilei fu estratto vivo ? ed illeso anche il compagno Borioni Ernesto fratello di Alceo che era accorso con me), fornaio, che stava al momento del bombardamento insieme al compagno Bolzonetti Lanfranco lavorando anche lui vivo ed illeso. Ricordo che i vigili del fuoco, che trovarono sul tetto del palazzo Chiorri un arto,vale a dire un braccio umano ed ancora oggi non si sa a chi apparteneva. Era notte quasi inoltrata, e quindi tutti rientrammo a casa, noi con i compagni Ivan Silvestrini, Moscoloni Dino, Vittori Rolando, Borioni Alfredo, Ferranti Ercole e Palombi Rolando.
(Documento estratto dal sito internet www.englesprofili.it e messo gentilmente a disposizione dal dott. Vincenzo Profili).
Dai Ricordi del Prof. Marco Paris
Era l’11 gennaio 1944, la popolazione fabrianese non aveva ancora subito un attacco alle abitazioni. Il prof. Marco Paris racconta quel giorno in modo oculato i drammatici avvenimenti: “Un altro episodio, doloroso, di lutto collettivo, che ha segnato i ricordi della città e il suo stesso volto è quello del primo bombardamento di Fabriano, da parte dei “picchiarelli”, gli arei da bombardamento americano. Fabriano dal gennaio del 1944 ebbe ben 636 allarmi aerei, quasi tutti seguiti da bombardamenti, che tendevano a distruggere un ponte ferroviario, che restò illeso fino a che fu minato dai tedeschi in ritirata. Era l’11 gennaio del 1944, una bella mattinata di sole, che scioglieva le chiazze di neve che ancora restavano sui campi e sulle montagne. Alle 13.30 nonno e i suoi figli erano a tavola, quando furono sorpresi da un assordante rumore che li spinse tutti per correre al terrazzo a cedere cosa stesse succedendo. Nel cielo sereno volavano due squadriglie di dodici elementi ciascuna, ventiquattro fortezze volanti dei ‘liberatori’, i cosiddetti alleati. Non avevano mai visto lo stormo d’aerei picchiare da dietro le montagne, per ravvicinarsi sempre più in basso. Sembravano seguire la linea ferroviaria da est ad ovest.Ad un certo punto dalla prima squadriglia partì un razzo e subito dopo si videro dei puntini lucenti sotto il sole, scendere a grappoli. Il vicino di casa, dalla finestra sovrastante, gridò a Maceo :”Maceo, lanciano i manifestini!“, ma zio Remo fu il primo a rendersi conto che non si trattava di manifestini, ma di bombe. Ci fu immediatamente un rombo assordante, come un terremoto, che fece perdere l’equilibrio alle persone sul terrazzo, sbattendole contro il muro di casa. Una colonna di fumo si alzava dalla zona della stazione. Era il primo bombardamento e, appena fu possibile, zio Remo scese per via Ramelli verso il centro. Le bombe erano in effetti cominciate a cadere qualche chilometro prima dei sobborghi, avevano seguito la ferrovia, centrato la stazione, per poi continuare a cadere diagonalmente sulla città, attraversandola da un lato all’altro e terminando sulle colline adiacenti. A zio Remo e a quanti, come lui, sopravvissuti a quel disastro, si mostrò uno specolo di macerie fumanti, all’incrocio tra via Ramelli e via Cialdini, estrema propagine del centro. Era sta distrutto l’albergo La Campana, con tutta la zona circostante e, da sotto le macerie si sentirono per ore i lamenti dei sepolti, che le squadre di volontari, improvvisate, con rudimentali vanghe, cercavano inutilmente di riportare alla luce, in fretta contro la morte. Da quella che era stata la loro casa padronale, vennero ritrovati, orrendamente staziati i corpi dell’intera famiglia Bilei, sorpresa dalla bomba al momento di andare a pranzo. La giovane e bella Miranda, di diciannove anni, fu trovata con la testa incassata all’interno dell’armadio di cucina che le era caduto addosso. Gli altri, il padre, la madre, la sorellina più piccola e il fratello, che era appena ritornato a casa per licenza , giacevano sparsi , come l’esplosione li aveva travolti, in un momento di serenità, quello del pranzo, più caro e solenne per festeggiare il figlio ritornato. E con le loro salme furono anche ritrovate quelle di una coppia che stava salendo le scale, perché invitata a quel pranzo.
La guerra aveva colpito la famiglia nella sua più calda intimità, violando la sacrale quotidianità di ogni affetto, distruggendo la bellezza e la giovinezza.
Per le strade, tra i cumuli di macerie si aggiravano i superstiti della città ferita a morte disperati, per sé stessi e per i loro cari. Zio Remo ricorda di aver riconosciuto, mentre lo estraevano dalle macerie, un suo amico d’infanzia, con le budella attaccate alla pala di un soccorritore”.
Dal ricordo di Aurelio Ceccarelli:
l’11 Gennaio era una giornata fredda,eppure serena e assolata:mentre eravamo a tavola e mangiare i generi razionati,ecco il rombo degli aerei. Li vedemmo i molti giungere dalla direzione del San Vicino,aprire i portelloni dei loro ventri e poi uscire i grappoli delle bombe.
(da “La Resistenza nel fabrianese, Terenzio Baldoni” ,Ed. Il lavoro editoriale, 2002 pg. 83).
Testimonianza di Carlo Canavari in “Stille di Martirio e di Morte”, Fabriano,1950, Biblioteca Comunale.
“Agiscono 24 apparecchi distribuiti in due gruppi : l'uno opera nella zona della Stazione Ferroviaria, l'altro nella parte bassa della città. L'incursione dura due o tre minuti con lancio approssimativo di circa 80 bombe di medio e grosso calibro, tutte esplose. Fuori Porta Bersaglieri si lamentano contemporanee azioni di mitragliamento. Grossi proiettili esplodono. presso la Stazione Ferroviaria, all'inizio di via Cialdini, nel rione Le Moline, Tiro a Segno, Provinciale Arceviese, tratto particolarmente battuto la zona « Madonna della Rosa ». L'albergo Campana è letteralmente distrutto, così l'abitazione ed il negozio Bilei ; gravemente colpite le case Schicchi Giovanni, Romano Vittorio, con i sottostanti esercizi Frati Sante e Tunica. Fortemente lesionate le abitazioni di Romualdo Sentinelli, Giambattistelli, Cestio Cencetti, Tisi Eaco, Pecorelli" Antonio e le annesse rivendite. Il nuovo edificio della Cooperativa Ferrovieri con la soprastante abitazione del sig. Badini è totalmente demolito. Meno gravemente colpiti : l'ingresso del Cinema Giano, il palazzo Lolli Cerbelli. In verità tutti gli edifici di quella arteria, se pur non direttamente colpiti, hanno riportato lesioni e danni di ragguardevole entità. La via delle Moline, quella della Gioia hanno patito completamente l'azione distruggitrice dei numerosi proiettili ivi caduti, sembrano zone sinistrate da un grave terremoto per cui non restano in piedi che tratti di muri perimetrali, mucchi informi di macerie. Il viale Serafini ha gli edifìci crivellati da schegge ed è totalmente ostruito da relitti quivi scagliati dalle prossime esplosioni:Allo scalo ferroviario è colpito il deposito locomotive con molte macchine. L'edificio centrale della stazione squarciato e nel rimanente demolito. La Cartiera Miliani ha subito gravi danni alle tettoie, agli infìssi, ai vetri .Il capo della provincia, il federale ed altre autorità giungono in Fabriano il 12 gennaio per constatare i danni, visitare i feriti e disporre l'opportuna assistenza. Con essi giungono i vigili del fuoco di Iesi, i militi dell'U. M. P. A. e vari terrazieri reclutati dal Genio Civile di Ancona. Il Prefetto largisce al Commissario Prefettizio del Comune la somma di L. 20.000 per l'assistenza ai colpiti.
Si intensifica il lavoro di sgombero nelle zone sinistrate, lavorò già iniziato con slancio da privati cittadini e da vigili, immediatamente dopo l'azione funesta. I morti estratti dalle macerie sono 64, i feriti 150”.
-----------------------------------
3. ELENCO DELLE VITTIME
Questo è l’elenco delle sessantaquattro vittime innocenti di quel giorno infausto:
ANGELELLI AGOSTINO anni 2 – ANNINI GIUSEPPE anni 42 - ANTOGNINI ANCONA anni 50 - AUSTRALIANA FRANCA - AGOSTINELLI MARIA anni 70 - BURATTINI SILVIO anni 42 - BORDI MARIA anni 21 – BORGIONI LEIDA anni 7 - BIFANELLI ANNUNZIATA anni 57 - BAFFI ADELE anni 32 - BAFFI BRUNA anni 24 - BAFFI IGINO anni 70 - BELGRADO ELDA anni 15 - BILEI GIUSEPPE anni 49 - BILEI TORQUATO anni 6 – BILEI MARIA anni 12 - BILEI LUIGI anni 22 - BILEI MIRANDA anni 23 – BENNANI AIDA anni 57 - CARACCI PIETRO anni 45 - CHIUSELLI IMELDE - CORVI ROMILDA anni 13 - CAPIZZI VINCENZO anni 54 - CHIUSI VINCENZA anni 19 - DUCA BRIGIDA anni 46 - DONNINELLI BENIAMINO anni 57 - DOMENICHELLI ARMANDO - ERCOLE PASQUALINA anni 44 – FURLAN LUIGI anni 40 - GUERRINI MATILDE anni 57 - GRAZI GIUSEPPE anni 62 – GUBBI ERMELINDA anni 32 – LACCHE’ ERNESTO anni 31 - MANCINELLI TULLIO anni 35 - MORICONI MARIANNA anni 26 – MELAPIANI GIOCONDA anni 24 - MARINELLI REGINA anni 40 – MARCACCINI ALCIDE anni 29 - MATTIELLI FAUSTO anni 8 - MARCUSSI RAOUL anni 18 - MANNI MARIA anni 33 - ORFEI MARIA anni 28 - ORFEI ORFEO anni 27 - POETA VINCENZO anni 73 – PANDOLFI IGINO anni 34 - PETRONI VINCENZO anni 45 – PRATELLESI ISMENE anni 54 - QUARESIMA ASSUNTA anni 46 - RIPANTI SERGIO anni 8 - RONCHETTI FELICE anni 62 – ROSI MARIA TERESA anni 3 - ROSSI ATTILIO anni 47 - ROSSI AGATA anni 47 – STOPPONI INES anni 34 - SANTINI VITTORIA - STAZI MARIA anni 16 -
SPAZZAFERRI PAOLINO anni 42 - TAVOLINI ADELE anni 49 - TEATINI DOMENICA anni 73 - TOBALDI ANNA anni 46 - TOBALDI M.SERAFINA anni 80 – TORRI ROSINA anni 34 - VERDOLINI ARTIBANO anni 46.
I feriti furono 150.
-----------------------------------
La rivisitazione degli eventi di quel giorno ha portato al ritrovamento di documenti che attestano la responsabilità di quel raid al 12° Bomber Group dell’aviazione americana, della 12° Forza Aerea.
Si è scritta una nuova pagina di storia dove ogni protagonista ha pagato il suo prezzo per la libertà.
L'11 gennaio 2014, in occasione del 70° anniversario, è stata posta una targa commemorativa a ricordo delle vittime, affinché la memoria dei tragici fatti accaduti quel giorno rimanga vivo nelle presenti e future generazioni. Durante le celebrazioni si sono succedute alcune testimonianze, tra cui quella dello storico Balilla Beltrame che ha voluto così condividere il suo ricordo con queste toccanti parole.
Per l'occasione è stato proiettato anche questo video.
|
Albergo "La Campana"
all'inizio di via Cialdini
-ingrandisci-
Bombardiere B25 della US air force
-ingrandisci-
Albergo "La Campana"
dopo il bombardamento dell'11-1-1944
-ingrandisci-
Edifici colpiti
tra Via Cialdini e Piazza Garibaldi
-ingrandisci-
(Arch. Storico Comunale - foto Casella)
Effetti del bombardamento
in Via La Gioia
-ingrandisci-
(Arch. Storico Comunale - foto Casella)
Edifici danneggiati nell'ultimo tratto
di Corso della Repubblica
-ingrandisci-
(Arch. Storico Comunale - foto Casella)
Casa bombardata
in Corso della Repubblica
-ingrandisci-
(Arch. Storico Comunale - foto Casella)
Il Mattatoio, attuale Mercato Coperto,
in piazza Garibaldi
-ingrandisci-
(Arch. Storico Comunale - foto Casella)
Casa Sentinelli
tra corso Repubblica e piazza Garibaldi
-ingrandisci-
(Arch. Storico Comunale - foto Casella)
Via Cialdini verso il Cinema Giano
-ingrandisci-
L'area principalmente interessata
vista da Piazza Garibaldi
-ingrandisci-
La stessa area
come si presenta oggi
-ingrandisci-
Prime ricostruzioni
-ingrandisci-
Stazione ferroviaria di Fabriano
prima dei bombardamenti del '44
-ingrandisci-
Targa commemorativa a memoria
delle sessantaquattro vittime
-ingrandisci-
Manifesto 70° anniversario
-ingrandisci-
|