La scala di ferro nella Grotta di Monte Cucco
di Euro Puletti
…“E quei che discende, com’io pure scesi, la scala di
ferro
estatico ammira le secolari stalàttiti e stalàgmiti”…
Dottor Ivo Puletti
Sono passati ben 458 anni, da quando, nel 1551, un tale
Lodovico (Carbone da Costacciaro o Santacroce di Fabriano),
dopo aver posato, forse per primo, il piede sul suolo della
cavità ipogea più profonda e vasta dell’Umbria, tracciava
ripetutamente il suo nome, accompagnandolo con una croce,
sulle pareti della Grotta di Monte Cucco.
Nell’imminenza dell’apertura alle pubbliche visite del
percorso turistico della Grotta di Monte Cucco, fissata per
Sabato 18 Aprile 2009, occorre ricordare come il primo
tentativo di rendere agibile e fruibile il “ramo alto” o
“Settore Miliani” della Grotta di Monte Cucco, risale a ben
87 anni or sono. |
Monte Cucco m.1567 -Planimetria (foto
Casella) -ingrandisci- |
Correva l’anno 1922, ed era il 20 d’agosto, allorché
la forte e ben organizzata Società Escursionisti di Fabriano, con a
capo il brillante industriale cartario
Giambattista Miliani, allora
presidente onorario del sodalizio, pose in opera, lungo i trenta
metri dell’obliquo pozzo d'ingresso alla Grotta di Monte Cucco, il
futuro “Pozzo Miliani”, quella scala di ferro che, per quasi ottant’anni,
si rivelerà essenziale nella diffusione della pratica speleologica
locale, prima, e nella crescita di quella italiana, successivamente.
L’esistenza di questo semplice, freddo e rude manufatto umano s’invererà,
difatti, assolutamente essenziale nel calamitare le passioni di
generazioni di persone attorno al mondo sotterraneo, reso, ormai,
facilmente raggiungibile, agevolando, e non poco, un numero
difficilmente calcolabile di gite, visite escursionistiche e vere e
proprie esplorazioni speleologiche in grande stile, compiute,
essenzialmente, queste ultime, tra gli anni Cinquanta e Novanta del
secolo scorso.
Il Senatore e Ministro dell’Agricoltura e Foreste Giambattista
Miliani, vero e proprio antesignano, lume e nume delle indagini
speleologiche di stampo moderno nella Caverna del Monte Cucco, fu il
principale fra i promotori dell’iniziativa, anche e soprattutto
mettendo a contribuzione tutte le facilitazioni derivantigli dal
possesso e dalla direzione della sua rinomata impresa cartaria, in
ordine all’acquisizione e preparazione di tutte quante le
attrezzature indispensabili alla bisogna.
In vista dell’evento, la SEF, ebbe a programmare, organizzare e
moderare un simposio di alpinisti, appenninisti e speleologi di
varie parti d’Italia, simposio aperto da una prolusione del medesimo
Miliani, da un anno appena presidente uscente del Cai di Roma, che
poté, allora, contare sull’intervento diretto di più di cinquecento
tra esperti e cultori dell’ambiente montano, tanto subaereo quanto
sotterraneo. Nel corso dei lavori convegnistici fu, tra l’altro, su
lodevole iniziativa del marchese cavalier Costantino Benigni
Olivieri di Fabriano (1855 – 1925), diffuso, a tutti i partecipanti,
un opuscolo a stampa, contenente, per intiero, il testo relativo ad
una relazione di visita alla cavità del Cucco, intitolata “Una gita
nella Caverna di Monte Cucco”, datata al 28 luglio del 1670, e
compiuta, fra i primissimi in Italia ed in Europa, da ben
quattordici escursionisti speleologici fabrianesi, guidati dal
Dottor Tommaso Agostino Benigni, antenato del succitato marchese
Costantino.
La
scala di ferro fu materialmente montata, nel corso d’una
settimana, dal fabrianese Carlo Canavari, insieme a due suoi
validi aiutanti. Dapprima, furono installati i bracci laterali,
o montanti, che lo stesso Canavari ricevette da Giambattista
Miliani, il quale li aveva fatti preventivamente adattare allo
scopo presso le sue famose cartiere fabrianesi, e,
successivamente, tutti i circa ottanta gradini in ferro, ferro
che gli era stato procurato da un tale Ferretti di Fabriano. Uno
fra i primissimi ad immortalare l’opera fu il valente fotografo
fabrianese Sante Casella, che ci ha conservato talune belle e
significative immagini d’epoca, relative all’escursionismo
appenninico fabrianese (vedansi, a mo’ d’esempio, le immagini
poste a corredo di quest’articolo).
Circa trent’anni dopo e, cioè, nel 1951 venne, poi, celebrata,
all’ingresso della Grotta di Monte Cucco, la cerimonia
d’apposizione, da parte della locale sezione Cai di Fabriano,
d’una lapide commemorativa, lapide che fu intitolata, com’era
naturale e doveroso, alla felice memoria di Giambattista Miliani.
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Monte Cucco m.1567 - Le grotte (foto
Casella) |
Fu così, che, dal 1951, con l’autorizzazione
della sede centrale del Cai, la Grotta del Cucco, venne
ufficialmente denominata “Grotta G.B. Miliani del Monte Cucco”.
Per chiunque intendesse saperne di più sull’argomento “posa della
scala d'accesso nella Grotta di M. Cucco”, il rimando, d’obbligo, è
quello al sito
www.cens.it, al quale chi scrive ha ampiamente attinto,
rielaborandole, numerose fra notizie ed informazioni. Questo il
percorso da seguire all’interno del citato sito web: Home page >
Stillicidio: notizie sulla storia della speleologia > storie della
speleologia umbra > posa della scala d'accesso nella Grotta di M.
Cucco.
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