La
levatrice, la galleria e l'impronta sullo stipite Il
fatto è vero, accaduto intorno al 1930, in una galleria sotto Fabriano. Una
notte, una levatrice molto popolare in città per il suo coraggio, altruismo
e bravura fu svegliata per un intervento urgente. Invitata a salire su una
carrozza fu pregata di farsi bendare da due uomini, forestieri ben vestiti i
quali con tutta la gentilezza possibile, tranquillizzandola, condussero a
destinazione la levatrice dopo un breve percorso per le vie del Centro. Fu
quindi accompagnata per mano lungo una ripida scala. Quando le tolsero la
benda vide una scena insolita. Una galleria illuminata da lanterne; una
donna con il volto coperto da un velo nero in procinto di partorire, in
preda alle doglie, adagiata su un giaciglio improvvisato. Voce di popolo
ricorda che era giovane e bellissima. I due accompagnatori si prodigarono
nell'assistere l'ostetrica. Dai piani superiori dell'edificio portavano
acqua calda e panni puliti. Il parto, pur nella precarietà della
situazione, ebbe esito felice. Venne al mondo una bambina subito pulita,
vestita e allontanata per ignota destinazione. Molto probabilmente
abbandonata, come si usava, nella ruota dell'istituto degli orfanelli con un
gruzzolo di monete addosso. Quando lo stato di salute della misteriosa donna
fu considerato soddisfacente la levatrice venne riaccompagnata a casa.
Rifiutò con fermezza una lauta ricompensa. Aveva fatto il suo dovere e
basta! Per la verità fece un tantinello di più che le permise,
successivamente, di ritrovare la galleria e i suoi proprietari. Avvenne che,
nel risalire le scale, l'ostetrica bendata lasciò l'impronta delle sue dita
ombrate di sangue, sullo stipite della porta. Era una firma! Non ricordo
più i particolari della scoperta. Fatto sta che lei riuscì con l'aiuto di
conoscenti fidati a scoprire dove era avvenuto il parto segreto. |
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