L'uovo
di San Giovanni
Per
trarre auspici circa un loro possibile matrimonio, le giovani, anche a
Fabriano, mettevano una chiara d'uovo in un bicchiere e la lasciavano,
durante la notte di S.Giovanni, esposta alla rugiada della notte. A seconda
della forma che compariva, si aveva una diversa previsione.
Simile
a questa tradizione è quella di mettere piombo fuso nel contenitore
anziché l'uovo per poter indovinare dalla forma creatasi il mestiere del
futuro marito, in altre zone si diceva che ponendo sotto il cuscino, sempre
in questa notte, tre fave (una intera, una sbucciata, una rotta nella parte
di sopra) e prendendone appena alzate una a caso le giovani nubili avrebbero
conosciuto il loro futuro. La notte e la mattina di S.Giovanni assumevano
per gli antichi particolari significati e in questo frangente erano numerose
le pratiche divinatorie e iniziatiche.
Andando
ancora più a ritroso nel tempo l'origine di questa usanza si ha quasi certamente nei riti pagani che si svolgevano
durante il solstizio d'estate. Nella notte del 24 Giugno gli antichi
credevano infatti che gli elementi della natura (aria, acqua, fuoco e terra)
si caricassero di particolari poteri.
A riguardo si veda anche:
Le comari del mazzolino, L'acqua di San Giovanni, Sant'Alò
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BIBLIOGRAFIA
O.Marcoaldi, "Usanze e pregiudizi del popolo fabrianese" Fabriano 1877 M.Martinis,
"Antiche tradizioni magiche nel giugno delle civiltà rurali", in
"Il messaggero veneto" 7/6/2002 A.Cattabiani,
"Calendario" Milano 1993 Pro
Loco Turriaco, "Notte del solstizio d'Estate" |